La macchina nella Società della Comunicazione
La
Storia ha dimostrato come la società umana non si sia sviluppata in modo
lineare, ma per improvvisi salti che possiamo riconoscere nelle rivoluzioni,
intervallate tra di loro da periodi sempre più brevi. Dal nomade preistorico,
il cui paradigma era rappresentato dal “saper trovare”, alla società
artigianale (il “saper fare”) trascorrono migliaia di anni e si deve attendere
la rivoluzione industriale dell’ottocento per un nuovo balzo in avanti, quello
rappresentato dal “saper far fare”. Chi aveva i capitali e sapeva come usarli, sopratutto attraverso quelle gigantesche macchine rappresentate dalle fabbriche per far
produrre alla massa di operai una sempre maggiore quantità di beni, era il
detentore del potere economico e, per procura, anche di quello politico. In
questa società il bene prodotto era tangibile: l’acciaio dei Krupp, le
automobili della FIAT, ecc.
Acciaierie Krupp durante la I Guerra Mondiale
Oggi
si sta materializzando una nuova società, la cui rivoluzione non sembra essere
percepita dai contemporanei: la società dell’informazione, rappresentata dal
paradigma “sapere chi sa cosa”. Il bene prodotto, benché frutto dell’opera di
una macchina, cessa di essere tangibile, non è più percepibile dai nostri sensi
come l’acciaio della famiglia Krupp, ma occorre l’intermediazione di un’altra
macchina per rendercelo interpretabile.
Se
accettiamo questo punto di vista possiamo, come per ogni rivoluzione, azzardare
nel fissare una data di inizio. Nel 1993 il CERN di Ginevra mette a
disposizione del pubblico il World Wide Web, inventato circa due anni prima da
T. Barners-Lee, senza chiedere diritti d’autore. La tecnologia fisica, le
macchine che potevano permetterne la diffusione c’erano già, i Personal
Computer: in seguito queste macchine, che abbiamo imparato a chiamare hardware,
si svilupperanno ancora ma non quanto i programmi che li utilizzano, i
cosiddetti software: per analogia con la fabbrica questi software possono
essere paragonati all’operaio della catena di montaggio.
Home page del primo sito web della storia
Forse
stimolata dall’espansione dell’informazione digitale anche l’hardware ha fatto
un piccolo balzo in avanti: il telefono, dapprima divenuto personale con la
tecnologia cellulare già a partire dagli ultimi anni del XX secolo, si è
successivamente trasformato in una macchina di interfaccia con il mondo di comunicazione
digitale, prendendo la denominazione forse impropria di “smartphone”. L’unione sinergica
fra le due tipologie di macchine, soft (i social network) e hard (gli
smartphone), ha determinato la comparsa di qualcosa di inaspettato, forse i
primi organismi cibernetici della storia.
Cyborg?
Come
in ogni rivoluzione anche la società dell’informazione prima o poi troverà un
proprio equilibrio: forse i cyborg impareranno a dominare il loro sesto senso
digitale e non ad esserne dominati e forse verrà regolamentato l’uso
dell’informazione (cosi come vennero regolamentati i diritti dei lavoratori
nell’epoca industriale); nel frattempo però a tutto ciò che ci diverte o ci fa
star meglio non sappiamo rinunciare e, con molta probabilità, nei prossimi anni
la nostra cultura resterà sempre più affascinata da quest’esplosione di
macchine e tecnologie digitali.
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